IRENE ABBIGLIAMENTO


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Il magazzino si trova a Goito in provincia di Mantova in s.s. Goitese 201

Da Mantova:
direzione Brescia venti minuti sia da Mantova Sud che da Mantova Nord

Da Brescia:
direzione Mantova passati gli abitati di Guidizzolo e Cerlongo direzione Mn Nord, oltrepassare i semafori in centro al paese e dopo 200 metri sulla destra siete arrivati

Da Verona:
passate da Villafranca, Mozzecane, Marengo e..................finalmente Goito. Una passeggiata.

CENNI STORICI di GOITO

139 A.C. LA VIA POSTUMIA

Iniziata qualche anno prima la grande via romana tracciata dal Console Spurio Postumio Albino, univa il mar Tirreno ( Genova) all'Adriatico ( Portogruaro), senza dubbio un precursore dell'attuale TIBRE. la strada chiamata Postumia attraversa per 14 Kilometri il territorio Goitese ed è tuttora frequentatissima.

863 d.c. LA TORRE DELL'OROLOGIO

Documenti dell'863 accennano alla Torre di Goito
Crollata prima del 1200, i Bonacolsi la riedificarono con mattoni, utilizzandola come carcere, residenza delle guardie e per segnalazioni. Nel 1464 venne rialzata e sulla faciata che guarda il paese fu installato il " segnaore pubblico" : artefice dello strumento fu Bartolomeo Manfredi. Tipiche del periodo medievale le quattro bifore poste sulla parte terminale. Nuovi lavori nel corso degli anni portano la Torre all'altezza attuale di metri 22,50 con l'orologio dotato di due quadrati, uno dei quali sostituirà la meridiana disegnata sulla facciata sud della Torre. Attualmente è sede della Pro Loco e di mostre di pittura.

XI SECOLO POMA VISCONTI

Visse nel XI secolo e appartenne al nobile Casato Visconti, vedova in giovane età converti il suo palazzo in un monastero di suore Benedettine, ritirandosi a vita monacale. Morì nel suo ritiro nell'anno 1105 in concetto di santità.

1199-1269 SORDELLO DA GOITO

"Buon cantore e buon musico, uomo di persona avvenente e incline alle avventure d'amore" lo definisce una " Vidas" del tempo Carducci, secoli dopo, dichiara: " Fra gli italiani che poetarono in provenzale il più insigne o, se vogliamo, il più fortunato è Sordello da Goito, uno di quei poeti che fan risplendere come sole tutto ciò che toccano, un di quei il cui canto "vince di mille secoli il silenzio". Il poeta trobadorico Sordello è nato a Goito, in località Sereno e viene ricordato da Dante nella " Divina Commedia" dove, nel VI canto del Purgatorio, si legge dell'incontro con il sommo poeta Virgilio. Della creazione sordelliana non è giunto molto a noi: una quindicina di liriche, diverse canzoni ed inoltre il poemetto " Ensenhamens d'onor" ed un " Compianto" in morte di Blacatz, tradotto quest'ultimo in varie lingue e , allora, diffusissimo. Moltissimi scrissero di Sordello ma soltanto tre hanno lasciato cose rilevanti e complete: Cesare de Lollis nel 1986, Giulio Bertoni nel 1938 ed il nostro concittadino Emilio Faccioli la cui opera ha visto la luce nel 1994.

1300 MULINO DI MASSIMBONA


Sulla sponda sinistra del Mincio, nei pressi della piccola frazione di Massimbona, si può visitare un antico mulino del 1300 in parte ancora funzionante grazie alle cure della famiglia Ramaroli attuale proprietaria.

1350 ANDREA DA GOITO


Chiamato così dal suo luogo di nascita, fu segretario di Luigi Gonzaga ed ebbe parte di rilievo nei negoziati di quegli anni. a sua fama di valente poeta gli procurò stretti rapporti di amicizia con Petrarca, in qualche occasione ospite a Goito nelle tenute gonzaghesche.

1378 VITTORINO DA FELTRE

Vittorino de' Rambaldoni nacque verso il 1378.
Amò intensamente lo studio e venne chiamato a Mantova come educatore dei figli dei Gonzaga.
Ebbe rapporti con Goito, ricoprendo il ruolo di ingegnere su incarico del Marchese Gonzaga che nel 1430 gli chiedeva la simmetrica costruzione del castello e dell'annesso paese (l'attuale disposizione di Goito è infatti relativa a quest'epoca).
Morì a Mantova nel 1446.


1400 VILLA GIRAFFA

Villa Giraffa, il palazzo cinquecentesco alle porte di Goito. "Una delle piu' belle ville del mondo", indicano alcune guide turistiche: 50 stanze, 3.500 metri quadrati coperti, 27 mila di zona verde e soprattutto, racconta una leggenda, un velo di mistero per una secolare maledizione.
Per diverse volte, nell' arco di anni, le aste per la vendita dell' intera tenuta sono andate a vuoto. Villa Giraffa è cosi' chiamata per una giraffa di marmo nel giardino . La storia parte da lontano, dall' inizio del 1500, quando Isabella d' Este dono' la residenza ai frati Capuccini. I religiosi vi rimasero fino a quando Napoleone Bonaparte li caccio' dalla villa mantovana senza tanti complimenti: fu allora che i frati lanciarono una maledizione contro tutti i futuri possessori del palazzo.

1400 PALAZZO MAGNAGUTTI O CASTELLO DELL'INCORONATA



1455 IL NAVIGLIO

Il Naviglio, i cui lavori di escavazione iniziano nel 1455 su progetto dell'ingegnere Bertola, forse sfruttando un paleoalveo del Mincio, doveva servire alla corte per raggiungere più comodamente le ville nobili ma anche a dar corso alle acque stagnanti, per creare una rete idrica su cui costruire i mulini e per potenziare le tecniche produttive agricole soprattutto in virtù del fatto che le campagne mantovane rappresentavano per la Serenissima un formidabile granaio.

1500 PARCO DELLE BERTONE

Sempre dei marchesi d'Arco (attualmente di proprietà della Fondazione d'Arco e gestito dal Parco del Mincio) è la Villa all'interno del Bosco delle Bertone. Numerose le corti disseminate per tutto il territorio comunale come la Bell'Acqua di Sopra, tra Mincio, Fossa Nuova e canale Goldone, oppure il Brolazzo vicino a Maglio che ricorda lo stile architettonico di Giulio Romano o la Sacchetta, tutte seicentesche.


XV SECOLO TORRE CIVICA


1575 IL MERCATO

1693 IL TERREMOTO

Nel 1693 il terremoto distrusse buona parte degli edifici del paese.

1785 LA PRETURA

In base al piano dei tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova del 1750 (piano 15 marzo 1750), la pretura di limitata giurisdizione di Goito aveva competenza su Goito.
Nel 1772, dopo il piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), la pretura di Goito esercitava la propria autorità sul territorio di Cerlongo e Massimbona, Caliara e Sacca, San Lorenzo e Solarolo, Torre e Marengo, Vasto e Rivalta, Pozzolo, Rodigo, Marengo e Pero, Soave, Volta e Sassello, Chiesa, Villeli, Cereda, Cavriana, San Cassiano, Bando, San Giacomo, Campagnola, Castel Grimaldo, con una curia formata, oltre che dal pretore, da un attuario, un coadiutore, un barigello e sei fanti.
Con il nuovo piano delle preture mantovane del 1782 (piano 22 gennaio 1782), la pretura di Goito aveva giurisdizione su Goito con Torre, Merlesco, San Lorenzo, Cagliara, Sacca, Santa Maria, Caigole, Cerlongo, Vasto, Sollarolo, Massimbona; Volta, sede del vice – gerente; Cereta; Rodigo con Rivalta; porzione di Corte Orsina; Pozzolo.


1848 I BERSAGLIERI

Dopo un'alternanza tra Austriaci e Francesi, nel 1848 Goito fu teatro del primo scontro nella prima Guerra di Indipendenza dell'esercito sardo contro gli Austriaci. Da allora il ponte divenne il "Ponte della Gloria" a ricordo della vittoria dei Bersaglieri capeggiati dal generale Lamarmora. E' sempre del 1848 il combattimento in cui Vittorio Emanuele II rimase ferito. Anche nella seconda e nella terza guerra d'Indipendenza Goito ebbe un ruolo di primo piano che le valsero l'appellativo di "piccola città del Risorgimento" e la statua del Bersagliere (dove la statale Goitese attraversa il Mincio) ricorda a tutti questo importante ruolo svolto.

1848 L'AQUILONE

1848 IL TAMBURINO SARDO

Oggi è il 24 luglio 1848, e ci troviamo qui a Custoza, nelle verdi colline della provincia di Verona assediati dagli austriaci. Il protagonista della vicenda è un tamburino sardo, un ragazzo di poco più di quattordici anni, piccolo, dal viso bruno olivastro e con due occhietti neri e profondi. Deve portare una richiesta di aiuto attraverso le fila austriache fino a Villafranca.Il piccolo tamburino ferito è stato amputato a una gamba,ritroverà il suo capitano in quel di Goito in riva al Mincio che gli dirà:"Io non sono che un capitano. Tu sei un eroe ".
1849 I PLATANI

1859 PACINOTTI

Fu insegnante di fisica a Bologna, Cagliari e Pisa. A lui si deve la costruzione della prima macchina che abbia trasformato l'energia cinetica in energia elettrica (da cui derivano la dinamo e i motori elettrici). Fu anche volontario nella II Guerra d'Indipendenza, come ricorda una targa a Goito che recita:
QUI SULLE RIVE DEL MINCIO AGLI ALBORI DEL NAZIONALE RISCATTO TRA LE ASPRE FATICHE DI GUERRA DURANTE LA CAMPAGNA DEL 1859 IL SERGENTE VOLONTARIO ANTONIO PACINOTTI DIVINAVA L'ANELLO ELETTROMAGNETICO
CHE TRASFORMANDO L'ENERGIA MECCANICA IN ENERGIA ELETTRICA A CORRENTE CONTINUA APPORTAVA PROGRESSO E CIVILTA' NEL MONDO _____
GOITO NEL CENTENARIO DI S.MARTINO E SOLFERINO PERCHE' L'UMANITA' SI RICORDI


1896 VILLA PARCO MOSCHINI

la Villa dei d'Arco, ora Moschini, con grande parco, è uno dei maggiori esempi di residenza patrizia neoclassica, dovuta a Gianbattista Maria Borsetto (1729) che ebbe la collaborazione di Giuseppe Crevola.


1941 PORTALE BASILICA DI S.PIETRO

La Basilica della Madonna della Salute in San Pietro Apostolo di Goito, di stile barocco, fu opera dell'artista Borsetti arch. Giovanni Maria (1729). La facciata si presenta di elegante fattura con colonne e lesene che formano otto riquadri (nei due superiori vi si trovano due nicchie con le statue dei SS. Pietro e Paolo). Sopra il portale principale dedicato alla Vergine, opera di notevole pregio artistico dello scultore Giuseppe Menozzi con scolpite immagini di illustri personaggi che parteciparono alla storia di Goito (Sordello, Poma Visconti, Painelli, Guglielmo Gonzaga, Vittorino da Feltro, Don Enrico Tazzoli), si ammira un mosaico riproducente l'immagine della Madonna della Salute.
Le due porte laterali d'ingresso e, sul lato sinistro all'altezza del presbiterio, il campanile e la sagrestia completano la vista dell'edificio. Chiesa solenne, con arredo d'arte importante, con un'unica navata e quattro cappelle a volta (dedicate a S. Antonio Abate, al Sacro Cuore, alla Madonna della Salute, a Gesù Crocefìsso), all'interno si può ammirare la grande tela di Giuseppe Bazzani "Consegna delle chiavi a San Pietro" del 1739, la pregevole opera "San Francesco" di Domenico Petti e la piccola tela de "La Natività", attribuita alla scuola del Correggio. Sempre di stile bazzaniano sono le quindici piccole tele con i Misteri del Rosario, racchiuse in fastosi decori lignei intagliati, della prima metà del 700. Il "Crocefisso tra i Santi" (1769) è invece opera dell'artista Giovanni Ghirlandini. Significative sono le opere "San Francesco che riceve il viatico" e il "Miracolo Eucaristico", opera, quest'ultima, di Francesco Borgani. Presente anche il seicentesco veneziano Domenico Celesti con "La Croce portata in trionfo dagli Angeli", l'opera di Giovanni Cadiali "La Pala di S. Antonio Abate", posta sul fondale dell'altare e nell' abside il "Cristo che appare a S. Margherita Maria Alacoque".
Nell'arredo inoltre si possono ammirare le opere di scultura del casteldariese Giuseppe Menozzi (due grandi candelabri in bronzo con scene della vita di Sordello e Virgilio, pannelli bronzei dell'altare raffiguranti "L'Ultima Cena", "II Battesimo di Cristo" e "L'Annunciazione", il grande bronzo di Cristo Crocefisso, dietro il tabernacolo, il Battistero con fonte battesimale), il coro seicentesco proveniente dall'Eremo della Fontana e il ricchissimo pulpito.




1965 IRENE ABBIGLIAMENTO


1991 NECROPOLI LONGOBARDA

Il borgo di Goito, insignito del titolo di Città, è situato in larga parte sulla sponda destra del fiume Mincio. Il nome lo deve a un insediamento di Goti (Castrum Godii) del V-VI sec. d.C. sorto probabilmente su un preesistente abitato romano. Di qui passava infatti la Postumia, importante arteria stradale romana che collegava Genova, quindi il Tirreno, con la città romana di Aquileia sull'Adriatico e attraversava il Mincio proprio a Goito. Dell'originario insediamento romano resterebbero tracce nell'impianto ortogonale della Città. La zona venne abitata anche in epoca longobarda come si desume dall'importante necropoli ritrovata in loc. Sacca di Goito che ha restituito centinaia di sepolture di questa epoca orientate nord-sud e disposte a file parallele.




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